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venerdì 8 febbraio 2013

DICHIARAZIONE DEI REDDITI DEI PARLAMENTARI



Da “Alberto Bertuzzi - Il Cittadino scomodo” – a cura di Giorgio Medail
 
Tra le numerose iniziative targate Bertuzzi, ve ne è una che probabilmente otterrà il successo che merita. Ora che i liberali hanno presentato una proposta di legge per l’istituzione di un’anagrafe patrimoniale di deputati, senatori, consiglieri regionali e provinciali,(1) forse certe improvvise fortune che, con la rapidità di una legislatura, alcuni uomini del Palazzo sono miracolosamente riusciti a mettere insieme, avranno una vita più dura. Modesti professori di provincia, impiegati col pallino della politica, tirapiedi senza arte né parte, in alcuni casi sono in breve diventati miliardari senza aver vinto al Totocalcio. Una semplice elezione al parlamento, qualche incarico in questo o quell’ufficio governativo dove si concludono grossi affari e dove passa una barca di quattrini, e il gioco è fatto.
Quest’idea fu per anni il cavallo di battaglia del nostro Cittadino. Per anni ministri, sottosegretari di vari governi si sono visti recapitare le lettere educate ma ferme di Bertuzzi che chiedeva di conoscere le dichiarazioni dei redditi di “lor signori”. Alcuni avevano prontamente risposto, altri, i più, con una semplice alzata di spalle, avevano cestinato la richiesta pensando: “tanto di un semplice cittadino ci se ne può tranquillamente fregare”, diventando così bersagli delle metodiche e inesorabili lettere di Bertuzzi che, come un orologio svizzero, tutti i mesi si curava di rinfrescare la memoria agli sbadati destinatari di una così impertinente richiesta.

 “… Orbene, poiché la democrazia cresce e si difende anche nelle più elementari regole del comportamento, questa volta l’esercizio democratico che sottopongo a Lei, come a tutti i membri del quarto Governo Andreotti, è la dichiarazione pubblica dei Suoi redditi e del Suo stato patrimoniale, Il primo cittadino Sandro Pertini ha già adempiuto a questo dovere morale. Ora tocca a Lei restituendomi compilata l’acclusa scheda. Naturalmente, non pervenendomi una Sua cortese risposta, commenterò il suo silenzio nelle mie interviste alla stampa e alla Radio-Televisione facendo, se del caso, seguire una serrata indagine sulla Sua situazione fiscale.”

(1) Disegno di legge presentato alla Camera dei Deputati il 20 giugno 1979 contrassegnato con il numero 115.


Per non dimenticare!

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