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lunedì 30 gennaio 2012

O capitano, mio capitano...

Per non dimenticare

"... I passeggeri dopo aver indossato i giubbotti hanno abbandonato la nave, ma, secondo quanto riferito dal Comando generale delle Capitanerie non ci sarebbero criticità particolari.
Una persona che si trovava a bordo ha riferito all'ANSA che i passeggeri sono stati tutti trasferiti sulle scialuppe di salvataggio"...


La verità è in fondo al mare!

martedì 3 gennaio 2012

Canone RAI - Pagare o non pagare; questo è il problema

Un problema che si ripresenta puntuale con articoli sui giornali e proposte varie. E ogni anno si ricomincia daccapo, con inviti a non pagare il canone RAI.
Quante volte è stato trattato questo argomento senza mai arrivare a proposte concrete e definitive?
Sapete chi è stato il primo cittadino a sollevare questo problema? Alberto Bertuzzi, nella sua rubrica sull’Europeo “Dalla parte del cittadino” nel 1981 e scrivendone nei suoi libri “La costituzione comoda” e “Disobbedisco”. Iniziò scrivendo all’URAR la seguente lettera:
“Il decreto legge 21 febbraio 1938 fu promulgato quando esisteva soltanto la radio fascista di Stato e quindi non esistendo le antenne libere queste non potevano essere incluse nel provvedimento. Né potrebbero esserlo oggi sia perché il loro esercizio è libero e gratuito per intraprendenza privata che basa i suoi cespiti sulla pubblicità, sia perché la Costituzione repubblicana all’articolo 21 contiene un comma inequivocabilmente precettivo: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”.
Pertanto, come vi ho già preavvertito, con decorrenza dal 1° gennaio 1982, non intendendo più avvalermi di questo servizio, di conseguenza non pagherò più il canone di abbonamento alle trasmissioni della radio e della televisione di Stato. E sin d’ora vi diffido, a termini di Codice Penale, di tentare l’accesso nella mia abitazione per sigillare il televisore, impedendomi la ricezione delle antenne private. Questo non è un avvertimento, ma una sfida che si propone di difendere i cittadini contro gli abusi del cosiddetto potere. “Cosiddetto” in quanto potere non è, essendo semplice “funzione” al servizio retribuito del popolo che l’articolo 1 della Costituzione definisce sovrano.”.
Segue la risposta di Aldo Corder della segreteria del presidente della RAI, Sergio Zavoli.
“Le rammento che l’obbligo al pagamento del canone sorge per il solo fatto di detenere un apparecchio atto o adattabile alla ricezione e che chi non possa o non voglia ricevere più i programmi della RAI, e voglia per altro continuare a detenere l’apparecchio presso di sé, deve chiederne il suggellamento a norma degli art….”.
Lo scambio di lettere continua.
Bertuzzi ribatte ricordando la sentenza n. 148 del 1981 della Corte Costituzionale che fa cessare il monopolio fascista delle trasmissioni di Stato, facendo così implicitamente cadere l’obbligo del pagamento del canone.
“… Non si vede poi perché mentre le televisioni private possano economicamente sopravvivere attraverso la pubblicità, altrettanto non possa la RAI. Forse perchè vi sono sperperi ed eccedenze di personale? Se così fosse (anzi, poiché è così veramente) sarebbe disonesto addebitare al contribuente questa allegra amministrazione politica.”.

Correva l’anno 1981: è cambiato qualcosa?