Ci impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, né chi sta in alto né chi sta in basso, né chi crede né chi non crede.
Ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna, senza accusare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna, senza disimpegnarci perché altri non s’impegna.
Sappiamo di non poter nulla su alcuno né vogliamo forzare la mano ad alcuno, devoti come siamo e come intendiamo rimanere al libero movimento di noi stessi o dei nostri convincimenti.
Noi non possiamo nulla sul nostro mondo, su questa realtà che è il nostro mondo di fuori, poveri come siamo e come intendiamo rimanere e senza nome.
Se qualche cosa sentiamo di potere – e lo vogliamo fermamente – è su di noi, soltanto su di noi. Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo, di fa nuovo se alcuno si fa nuova creatura, imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi. L’ordine nuovo comincia se alcuno si sforza di divenire un uomo nuovo. La primavera incomincia col primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia, l’amore con il primo sogno.
Ci impegniamo perché non potremmo non impegnarci.
C’è qualcuno o qualche cosa in noi – un istinto, una ragione, una vocazione, una grazia – più forte di noi stessi.
Nei momenti gravi ci si orienta dietro richiami che non si sa di preciso donde vengano, ma che costituiscono la più sicura certezza, l’unica certezza nel disorientamento generale.
Lo spirito può aprirsi un varco attraverso le resistenze del nostro egoismo anche in questa maniera, disponendoci a quelle nuove continuate obbedienze che possono venire disposte in ognuno dalla coscienza, dalla ragione, dalla fede.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita, una ragione che non sia una delle tante ragioni che ben conosciamo e che non ci prendono il cuore, un utile che non sia una delle solite trappole generosamente offerte ai giovani dalla gente pratica.
Si vive una sola volta e non vogliamo in nome di nessun piccolo interesse. Non ci interessa la carriera, non ci interessa il denaro, non ci interessa la donna se ce la presentate come una femmina soltanto, non ci interessa il successo né di noi stessi né delle nostre idee, non ci interessa passare alla storia. Abbiamo il cuore giovane e ci fa paura il freddo della carta e dei marmi, non ci interessa né l’essere eroi né l’essere traditori davanti agli uomini se ci costasse la fedeltà a noi stessi.
Ci interessa di perderci per qualcosa o per qualcuno che rimarrà anche dopo che noi saremo passati e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci.
Ci interessa di portare un destino eterno nel tempo, di sentirci responsabili di tutto e di tutti, di avviarci, sia pure attraverso lunghi erramenti, verso l’Amore, che ha diffuso un sorriso di poesia sopra ogni creatura, dal fiore al bambino, dalla stella alla fanciulla, che ci fa pensosi davanti a una culla e in attesa davanti a una bara.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura, ma per amarlo.
Per amare anche quello che non possiamo accettare, anche quello che non è amabile, anche quello che pare rifiutarsi all’amore poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore c’è, insieme a una grande sete d’amore, il volto e il cuore dell’Amore.
Ci impegniamo perché noi crediamo all’Amore, la sola certezza che non teme confronti, la sola che basta per impegnarci perdutamente.
(Don Primo Mazzolari)