LETTERA
AL DIRETTORE DIDATTICO DI VICCHIO
(A Barbiana c’era una scuola elementare
comunale. Un’aula sola con cinque classi. L’insegnate si arrampicava lassù da
Firenze e dato che il posto era scomodo erano più i giorni che mancava per
malattia che quelli in cui veniva a far scuola. Qualche volta veniva mandato un
supplente, ma non arrivava mai prima delle 9,30-10. I ragazzi per qualche tempo
aspettarono, poi sotto la guida dei più grandi fecero sciopero disertando la
scuola comunale. Don Lorenzo, che aveva una scuola d’avviamento, organizzò per
quei giorni anche una scuola elementare.)
“…
Ho allora educato i miei ragazzi più grandicelli a mettere su i loro fratellini
o i piccoli amici per ottenere quello che hanno diritto di ottenere, e fra gli
istituti democratici che i ragazzi devono ben abituarsi per “educazione civica”
a maneggiare c’è lo sciopero, l’ordinata manifestazione di piazza, il ricorso
all’opinione pubblica per mezzo della stampa, il ricorso alla magistratura.
“…
Io vorrei che ella non vi vedesse nulla di riprovevole. I presidi fiorentini
non han visto nulla di irregolare negli ignobili scioperi fascisti per l’Alto
Adige. Personalmente penso che quegli studenti cercassero solo di evitare
qualche ora di scuola e di interrogazione. Per saperlo sarebbe bastato
interrogarli a uno a uno lasciando impuniti solo quelli che avessero dimostrato
una profonda conoscenza dell’accordo Gruber-De Gasperi e di tutta la questione
altoatesina e che avessero potuto dimostrare che queste cose erano per loro
realmente importanti…
“… A Barbiana i bambini hanno scioperato per
qualcosa di molto più sacro che non siano i nazionalismi di stampo fascista, hanno
scioperato perché vogliono più ore di scuola cui hanno diritto, perché
vogliono che lo Stato rispetti di più la loro dignità di cittadini, di figli di
elettori sovrani e di contribuenti. I cittadini di Barbiana, sia pure
organizzati da me, mostrano con tutta la loro vita in che onore essi tengono la
scuola.
“…
Lei sa che a Vicchio se i ragazzi li avverte d’una inaspettata vacanza mandano
un urlo di gioia. Sa che a Barbiana non si fa vacanza neanche il giorno di
Natale? Sa che nelle scuolette di montagna il ritardo della supplente o la
mancanza della maestra non provoca nessuna grana. Dovrebbe esserne rattristato:
è segno che quei popoli non amano ancora la scuola oppure che non sono stati
ancora raggiunti dalla “educazione civica” democratica e pensano ancora che i
sudditi siano al servizio del Granduca o del Regime e non piuttosto che lo
Stato con tutti i suoi funzionari, dal primo bidello fino all’ultimo ministro,
è al servizio del cittadino.”
(LETTERE- di Don Lorenzo Milani)