Purtroppo l’insegnamento dell’educazione
civica nelle scuole è quanto mai trascurato.
Da parte mia ho cercato di contribuirvi scrivendo con
Giorgio Medail e Pierluigi Ronchetti quel libro già più volte citato in queste
pagine, Il Pianeta dei cittadini. Esso è destinato oltreché ai giovani studenti
delle scuole medie, anche ai genitori ed agli stessi insegnanti. Ed a proposito
di questi ultimi voglio riportare alcuni brani di una intervista a Emilio
Giuseppe Arlandi, preside dal 1960 del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di
Milano e insegnante da 40 anni, pubblicata dal settimanale “Panorama” del 30
giugno 1980.
Arlandi
pur riconoscendo che molti giovani docenti “sono alquanto sprovveduti sul piano
delle nozioni, dei riferimenti culturali” notava però che essi “sono più ricchi
di carica umana, sanno coinvolgere i ragazzi, gli fan fare l’amore con la loro
materia. Preferisco di gran lunga loro a certi super-dotti, che facevano l’esame
con l’orologio sul tavolo.”
Ed ecco l’ultima domanda di questa intervista:
“Eppure, prof. Arlandi, l’ignoranza verificata dei
professori ha indotto molti stati come gli Usa, a sottoporre periodicamente il
docente a esami, per accertare non solo come insegna, ma cosa sa”.
“Io sarei favorevolissimo” ha risposto Arlandi “ben venga un
accertamento dell’idoneità professionale specifica, sia a livello iniziale, sia
nel corso della carriera, per verificare se i signori docenti nel corso degli
anni non si siano addormentati sugli allori. Magari mai mietuti.”
Nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica, che
dovrebbe ovviamente dare molto spazio allo’insegnamento della Costituzione, si
dovrebbe anche parlare dell’educazione sessuale, di quella alimentare ed anche
dell’educazione stradale. E a proposito di quest’ultima, basti pensare che nel
1979 sulle strade italiane abbiamo avuto ben 8.326 morti e 219.580 feriti (nel
1978, 7.965 morti e 207.556 feriti). Sono dati agghiaccianti. In base a recenti
statistiche, se in Italia tutti i giovani che vanno in motocicletta o in
motorino portassero obbligatoriamente il casco, avremmo addirittura 1.000 morti
in meno all’anno!
“Solo una sana educazione al lavoro, al risparmio e all’onestà
civile e politica, un’educazione basata sui sani principi enunciati dalla
Costituzione ed impartita dai genitori nella famiglia, dagli insegnanti nelle
scuole di ogni ordine e grado e dai sindacati nella società, potrà evitare alla
Nazione di assistere ancora ad altri scandali di appaltatori, di petrolieri, di
palazzinari, di imprenditori, di banchieri, di calciatori e di politicanti. Solo
una educazione morale ed anche religiosa potrà creare una società di cittadini
onesti, laboriosi, risparmiatori e giusti. Orgoglio e vanto della Nazione.”
Così scrisse Guglielmo Di Benedetto sul settimanale “La coscienza del cittadino”
n. 15 del 22 maggio 1980.
E per finire ricorderò che il mensile “Mondo Economico” del
31 maggio 1980 ha
dedicato un articolo sulla opportunità di raccontare la formazione scolastica
al mondo del lavoro. In altri termini condurre i giovani in visita nelle
industrie più interessanti e qualificate, per progressivamente abituarli ad
uscire dall’ambito scolastico, ed entrare nei vari templi del lavoro nei quali
un giorno ciascuno dovrà per così dire officiare. Ne sarà stimolata la fantasia
creativa dei giovani ed in quelli più maturi nasceranno le vocazioni e si
predisporranno le scelte.
Da “La Costituzione comoda”
di Alberto Bertuzzi
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