In un saggio di 220 pagine, un esegeta marxista di rigorosa
dottrina, certo Borgna, ci accusa tutti di non aver capito che il festival di
Sanremo, in questi giorno celebra la sua trentesima edizione, “è stato teatro,
per dirla gramscianamente, di una vera e propria lotta per l’egemonia tra l’arretrato
e il progressivo”; che Romantica di
Rascel, per esempio, da tutti presa sotto gamba, “col suo richiamo alle virtù
del bel tempo antico, aggiunge il tocco finale all’intento regressivo-restauratore”;
e che versi apparentemente innocui come Sei
nata Paperina-che cosa ci vuoi far? nascondono “una morale decisamente rinunciataria che
predica rassegnazione a oltranza e supina accettazione del proprio stato d’inferiorità
sociale”. Una volta scrivemmo che dei primati di cretineria raggiunti a
Sanremo, quello dei parolieri era imbattibile. Non avevamo previsto i
sociologi.
( Controcorrente – Indro Montanelli 9.febbraio 1980)
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