PERCHE’ NON VOGLIO FINANZIARE
TUTTI I PARTITI
(da “Disobbedisco” di Alberto
Bertuzzi)

Ma ora viene il bello: quella
legge che regalava ai partiti “soltanto” 45 miliardi l’anno, è stata modificata
e integrata alla nuova legge 18 novembre 1981, n. 659, pubblicata sulla “Gazzetta
Ufficiale” del 24 novembre, n. 323.
Con questo singolare
provvedimento legislativo, i signori del Palazzo, arcifregandosi del momento
che imponeva, e impone tuttora, la massima austerità, e approfittando della
delega in bianco del popolo sovrano a loro accordata, deputandoli, per cinque
anni, al servizio della funzione legislativa, hanno deciso di quasi
raddoppiarla. Addirittura con retroattività.
Sicché, a far solo un calcolo
approssimativo, nell’arco ipotetico dei cinque anni della legislatura, per ogni
parlamentare dovrebbe essere a carico del contribuente, oltreché l’indennità
mensile di ciascuno e le altre spese connesse, un supplemento di 500 milioni.
Dico cinquecento!
Ma la nuova legge prevede
altro mangime: 15 miliardi quale concorso nelle spese per l’elezione dei rappresentanti
al parlamento europeo; 10 miliardi per le spese elettorali sostenute nelle
elezioni del Consigli delle Regioni; 5 miliardi a integrazione di quanto già
avuto per le elezioni dei Consigli delle Regioni a statuto speciale.
Solo per questo motivo si
dice sia stato approvato il bilancio dello Stato il 29 aprile 1082! E’ ovvio
che nei quattro mesi dell’esercizio provvisorio autorizzato dal Parlamento i
gruppi parlamentari percepivano un dodicesimo del loro finanziamento. Non
approvando il bilancio al quarto mese dell’esercizio provvisorio, l’erogazione
sarebbe… cessata!
Infatti l’esercizio può
essere concesso dal Parlamento al Governo, sino a un massimo di quattro mesi, e
non oltre.
Ho il sospetto che questa
nuova legge per il foraggiamento dei partiti non abbia tutti i crismi della
costituzionalità. Infatti non prevede i controlli dei bilanci da parte della
Corte dei Conti, nel rispetto del comma 2° dell’articolo 100 della
Costituzione.
…………….
Per tutte queste fondate
motivazioni, ho quindi deciso di non più rispettare la legge per il
finanziamento pubblico dei partiti politici e ho manifestato la mia
provocatoria disobbedienza civica, detraendo dalle imposte dovute nella mia
dichiarazione dei redditi la somma simbolica di lire 1000 anche se a carico di
ciascun contribuente l’onere sia di molto superiore.
………………
Correva l’anno 1981.
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